Poco distante da Roma, tra la via Cassia e la via Flaminia, la Valle del Treja è dominata dal borgo di Calcata, il quale sorge su una formazione tufacea che risale all’ultima eruzione vulcanica dell’apparato vicano. Riconosciuto Villaggio Ideale d’Italia, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e inserito nei percorsi della Via Francigena e del Comprensorio della Via Amerina e delle Forre è meta turistica per visitatori ed escursionisti affascinati anche dalle bellezze naturalistiche del Parco regionale Valle del Treja.
Questo territorio, segnato da presenza umana già dal periodo preistorico, conserva tracce di importanti città e necropoli etrusco-falische: Pizzo Piede, Monte Li Santi e Narce. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce vie di comunicazione, mura di difesa, santuari, templi e relative necropoli.
La conquista romana della città etrusca di Veio segna l’assimilazione culturale a Roma di tutta l’area falisca intorno al 241 a.C. La crisi dell’Impero romano coinvolse questo territorio che però fu spesso rifugio sicuro durante il periodo di invasioni da parte di Goti, Bizantini, Longobardi e Saraceni.
Le prime notizie certe di Calcata le ritroviamo a partire dal 780 d.C. quando, come si legge in un documento papale, venne incorporata nella Domusculta Capracorum. Un secondo documento risale al 974 e riporta la donazione di un castello all’Abate del Monastero di San Gregorio Magno di Roma.
Dal 1180 i Sinibaldi divennero proprietari di molte terre nella zona e nel “Liber Censuum” del 1192, Calcata viene individuata come “Castrum Sinibaldorum”. Nel 1266 fu concesso da Clemente IV alla famiglia dei Prefetti di Vico il diritto di investitura di Nepi, Civita Castellana e Castrum Sinibaldorum.
Coinvolto nella lotta tra Guelfi e Ghibellini, il borgo decadde al punto che nel 1291 un esattore papale, Lanfranco di Scano, lo descrive come un rudere che i nuovi proprietari, gli Anguillara cercavano di riedificare.
Nel 1557 si verificò l’evento più importante della storia religiosa di Calcata: il rinvenimento di un reliquiario contenente il supposto Sacro Prepuzio di Cristo, trafugato da San Giovanni in Laterano da un Lanzichenecco durante il Sacco di Roma, che verrà custodito nella Chiesa del SS. Nome di Gesù e per il quale il Papa concesse indulgenza plenaria.
Gli Anguillara possiedono Calcata fino al 1734, anno in cui Carlo vende il feudo a suo zio Fabrizio Sinibaldi. È con i Sinibaldi che il Castello viene ampliato, restaurato e realizzato un giardino fuori porta.
Nel 1805, alla morte di Cesare Sinibaldi, il feudo passa alla famiglia Massimo dei Duchi di Rignano, che nel 1816 rinuncia ai diritti baronali e successivamente, nei primi decenni del 1900, la proprietà passa ai privati tra i quali Giovanni Ferrauti.
Dopo il terremoto di Messina del 1908 alcuni paesi vengono giudicati poco sicuri e una legge decreta l’abbandono e la demolizione delle case di borghi ritenuti a rischio. Anche Calcata con un Regio Decreto emanato nel 1935 è tra questi, ma nessuno si preoccupò di ottemperare fino in fondo ai dettami di questa legge, salvandola così dall’abbandono e dalla demolizione, tanto che nel 1939 con la legge n. 1089 entra tra i luoghi d’interesse artistico e storico.
Una Calcata Nuova inizia a vivere poco distante, ma la Calcata medievale non muore: inizia una nuova vita per questo stupendo piccolo borgo che diventa un luogo d’incontro tra persone interessate alla cultura, che apprezzano ciò che è a dimensione d’uomo. Si trasferiscono personalità come l’architetto Paolo Portoghesi, il coreografo americano Paul Steffen, la pittrice Simona Weller, lo scultore Costantino Morsin e tanti atri. E’stata scelta come location da tantissimi registi, Pier Paolo Pasolini per “Decameron”, Mario Monicelli per “Amici Miei”, Luigi Comencini per “Le avventure di Pinocchio”, Andrej Tarkovskij per “Nostalghia”, Abel Ferrara per “Mary”, Sergio Corbucci per “La mazzetta”, Luca Barbareschi per “Arena” e tanti altri fino al recente Ridley Scott in “All the money in the world”.
Nel 1980 il cantautore Fabrizio De André ha girato a Calcata il video della canzone dedicata a Pasolini, “Una storia sbagliata”. Calcata viene citata nell’Ulisse di James Joyce, nel romanzo “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” di José Saramago, in “Un delitto a regola d’arte” di Donald Bain, in “Passeggiate Romane” di Stendhal e nel libro “Le chiavi di San Pietro” di Peyrefitte.
Ancora oggi il borgo vive un’importante fermento culturale e artistico grazie ad artisti che ne hanno fatto la loro residenza e aperto botteghe, studi e centri culturali, promuovendo iniziative ed eventi nei fine settimana.